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LA BATTAGLIA DI GAZA: IL COMBAT ENGEENIRING CORPS

Dopo i sanguinosi attacchi sul suolo israeliano, da parte del gruppo terrorista Hamas, dello scorso 7 ottobre, le IDF si  stanno preparando a una invasione in grande stile della Striscia di Gaza, con il preciso obiettivo di annientare qualunque milizia jihadista ivi presente. 

La Striscia è probabilmente l’insediamento urbano più densamente popolato al mondo, con oltre 6.500 abitanti per km², lunga 40 km e larga 12, al suo interno vivono circa 2,3 milioni di persone. Gaza rappresenta un ottimo campo di battaglia per i difensori jihadisti, dotati di numerosi sistemi controcarro forniti dall’alleato iraniano e da altri “simpatizzanti” della causa palestinese. 

In un simile contesto operativo un ruolo primario nell’attacco sarà rivestito dai genieri da combattimento del Combat Engeering Corps (Handassa Kravit).  

I genieri da combattimento fanno parte della storia militare dello Stato d’Israele fin dalla sua creazione, nel 1948. Fin dalla sua creazione i genieri hanno fornito supporto alla manovra delle forze del Tshal, negandola al contempo al nemico, inoltre hanno svolto anche azioni dirette di combattimento. 

Il Corpo del Genio israeliano è composto da tre battaglioni corazzati, a supporto delle tre brigate operative del Corpo Corazzato (Heil Ha Shirion); un battaglione CBRN (Chemical Biological Radiological Nuclear) e da un battaglione per le operazioni speciali denominato Yahalam.

Suscita particolare interesse quest’ultima unità, caratterizzata da spiccate capacità di sabotaggio e combattimento nei tunnel, vera e propria arma strategica dei jihadisti. Da molti anni, infatti, i miliziani di Hamas, con l’aiuto di ingegneri inviati da Teheran, hanno costruito sotto l’intera superficie della Striscia di Gaza un dedalo di tunnel, all’interno dei quali possono far transitare, in relativa sicurezza, armamenti ed equipaggiamenti da utilizzare contro gli israeliani. 

I genieri dell’Unità Yahalam saranno quindi impegnati nella demolizione delle postazioni difensive dei miliziani, nel neutralizzare le IED disseminate lungo i percorsi obbligati che saranno utilizzati dai mezzi del Tshal nonché, come scritto precedentemente, nel “bonificare” i tunnel dalla presenza dei jihadisti. Negli interventi precedenti delle IDF nella Striscia di Gaza, si è ricorso all’utilizzo di bombe a guida laser bunker busting, come le GBU-28 da 2.260 kg , in grado di penetrare 30 metri di terreno, per distruggere i tunnel di Hamas. Tuttavia, la probabile reclusione nei tunnel dei circa 250 ostaggi, catturati dai jihadisti nell’incursione in Israele del 7 ottobre, limita fortemente l’impiego di un simile ordigno

Nel corso della Seconda Guerra del Libano (2006), i genieri dell’Unità Yahalam, furono i primi a entrare nel paese dei cedri, accompagnando i bulldozer blindati D9 e neutralizzando le postazioni fortificate degli Hezbollah.

Proprio il particolare ambiente ristretto, quali siti urbani e tunnel, impone all’Unità l’adozione di armamenti ed equipaggiamenti dedicati. Particolarmente utili si sono rivelati i sismografi portatili, in grado di rilevare i movimenti all’interno delle gallerie, oltre all’utilizzo di mini robot cingolati, dotati di telecamera, da inviare in avanscoperta. 

Probabile che la pianificazione dell’attacco a Gaza comporti la suddivisione della Striscia in settori, ognuno dei quali dovrà essere occupato e bonificato, prima di proseguire col successivo. Quindi la tattica potrebbe essere quella di infiltrare i genieri a bordo di IFV pesanti Namer (62 t), con l’appoggio dall’alto di droni e loitering munitions e il supporto di fuoco fornito dall’artiglieria e dai cannoni dei carri Merkava. Tale tattica richiede un addestramento per il MOUT (Military Operations on Urban Terrain) che solo pochi altri eserciti al mondo possono vantare. Per ovvi motivi il supporto dell’Aviazione dovrà essere limitato, quindi, si ricorre principalmente a piccole squadre di fanteria e di genieri. Altro ruolo fondamentale sarà rivestito dagli sniper, sia per quanto riguarda l’eliminazione di tiratori jihadisti appostati nelle abitazioni (gli israeliani utilizzano calibri differenti per soddisfare più esigenze operative), sia per la distruzione di ordigni improvvisati con l’impiego di .50 BMG. In un contesto urbano, l’utilizzo di munizioni quali il .300, 308,  338 e .50, offrono capacità balistiche superiori rispetto al 223 e al 9 PB. 

I jihadisti hanno computato un contrattacco massiccio nella Striscia, quindi non si faranno trovare impreparati. Le IDF dovranno fare tesoro delle precedenti operazioni effettuate e cercare di infliggere i danni maggiori al gruppo Hamas cercando, al contempo, di limitare i danni collaterali agli abitanti di Gaza.  

Fonti: Web

 

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